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Angeranatura : Auguri!
Inviato da alvinio il 2014/12/23 (1043 letture)

A tutti i visitatori di angeranatura, Alvinio augura un sereno Santo Natale e un duemilaquindici colmo di condivisibili risultati positivi!

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Dall’Oasi della Bruschera : PuliAMO l'Oasi
Inviato da alvinio il 2014/12/15 (1353 letture)

Questa volta l'invito è di partecipazione attiva: l'Oasi vi aspetta numerosi!

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Angeranatura : Invito
Inviato da alvinio il 2014/11/30 (1588 letture)

Invito i visitatori di angeranatura a venire “in sala” per una manifestazione Natalizia il prossimo 21 dicembre.

"E' una storia che raccontavano al mio paese quando non era ancora città.

Angera, sul Lago Maggiore: ne sapete qualche cosa?

Un viale lungo con tante piante allineate bene, una grande piazza, e in alto la Rocca.

Aveva la fama nel Medio Evo di essere la patria delle favole.

E anche dopo, per la verità, la sua gente non si è stancata di raccontarne.

Ma questa potrebbe essere, chissà, una storia vera. ..."

 

 

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Angeranatura : Mùncia
Inviato da alvinio il 2014/11/23 (1052 letture)

Silenziosamente e sotto un cielo azzurro talvolta appena velato, le acque del lago pacatamente scendono di livello e cominciano a ridarci la possibilità di percorrere le classiche zone rivierasche.

Nei boschi della Bruschera, agli effetti del forte vento dello scorso mese, si aggiungono quelli della piena che, ammollendo il terreno, ha provocato cadute di altre grosse piante.

Le verdi foglie dei rovi sono ricoperte da una patina grigiastra, i detriti galleggianti delimitano ora le aree che sono state sommerse e il tipico odore acido di lago riempie le narici al salire della temperatura.

Nell’intrico dei boschi, macchiati di rosso vivido dalle bacche di Fusaggine, dove ancora qualche pozza consente loro cibarsi, per gli Aironi è complicato prendere il volo al mio arrivo; le Gallinelle invece fuggono chiassosamente come al solito.

Venerdì mattina, ben 37 Cigni reali animavano le zone del lungolago di fronte al pratone; quasi indispettite, le cinque Oche del Campidoglio, “padrone di casa”, parevano riconoscere i Cigni intrusi ingaggiando con loro rumorose liti mentre le prime nebbie velavano l’orizzonte. 

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Angeranatura : Delle piene del lago
Inviato da alvinio il 2014/11/15 (967 letture)

Luigi Boniforti, nella XII edizione della sua  guida descrittiva, storica, artistica e pratica “ Per Laghi e Monti”, edita dal CAI nel 1890-91, al capitolo “Il Lago Maggiore”, scrive:

Affluenti e piene.-  Formato superiormente, a piè degli ultimi contrafforti delle lepontine alpi, dalle acque del Ticino che lo attraversa in lungo per uscirne di nuovo in corso di fiume dalla inferiore estremità, ei viene lateralmente arricchito dal tributo di ben 34 grossi affluenti, dei quali i più considerevoli sono il Maggia, il Cannobio, il S. Giovanni, il S. Bernardino, il Toce, il Tresa, il Bardello, ecc.          Per tali affluenti accade talvolta, che in tempo di lunghe dirotte pioggie, e per solito in autunno, il lago rigonfi a segno da superare di tre o quattro metri il suo specchio normale. La maggiore escrescenza a’ dì nostri avvenne dal 3 al 4 ottobre 1868; le acque giunsero sino a 7 metri sulla magra ordinaria; sicché tutti i paesi limitrofi ne furono più o meno inondati.

Dal XVI secolo in poi le più grosse piene avvennero quasi tutte in autunno: sono memorabili nel presente secolo quelle del 1812, 1817, e 1824; e più ancora quelle del 1829, 1834, 1840, 1855, e 1868. Nel 1829 i danni arrecati, soprattutto nelle valli del Ticino da Biasca a Locarno, furono gravissimi. Da Bellinzona in giù tutta la valle pareva letto di fiume, o piuttosto continuazione di lago. Nel 1834 i maggiori disastri colpirono specialmente la valle del Toce e la valle di Maggia, che n’ebbero a patire considerevoli danni in prodotti agricoli dispersi, in edifizi abbattuti, in terreni asportati e guasti. Quest’ultima piena aveva innalzato il livello del lago a 198m.50, quella del 1840 a 198m.80. Ma la più terribile fu l’inondazione del 4 novembre 1704: le acque salirono a 6m.19 sulla magra ordinaria.

Lo storico milanese sir Raul ci lasciò memoria di altra inondazione salita nel 1177 a 18 braccia (metri 10.80) sopra il livello ordinario, per modo che, dic’egli, tutta la contrada di Lesa fino alla sommità nelle case restavane sommersa. Tale notizia ch’io ricordai già nella prima edizione della cit. Corografia, pareva favolosa all’età nostra; quando ci toccò essere testimoni della poco minore e non meno desolante piena del 1868. Essa accadde dal 27 settembre al 4 ottobre: nella sola notte dal 3 al 4 ottobre l’acque elevandosi colla rapidità di ben 0,30 all’ora, ne portarono il livello alla eccedenza di 7 metri sulla magra ordinaria. Tutti i paesi limitrofi al lago ebbero a soffrire dal pauroso e desolate spettacolo. Ma più di tutti la città d’Intra, come quella che situata fra due fiumi, veniva contemporaneamente invasa, battuta e flagellata, non solo di fronte dall’onde del lago ricresciute e sospinte dal furiare del vento, ma ancora a’ fianchi e a tergo per l’ingrossamento e l’impeto più fiero e vorticoso di due fiumane (il S. Bernardino e il S. Giovanni) che, rotte le dighe, entrarono da più parti a inondar le vie, le piazze, a far deserti i più ricchi magazzini e gl’industriali stabilimenti di cui è fornita quella città. Si calcolò di circa due milioni il danno che essa ebbe a riportarne. In ogni paese del lago trovasi segnata, per ricordar ai posteri, l’altezza a cui giunse quella piena.”

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