Sono ventotto gli Aironi cenerini che, col binocolo, conto oggi pomeriggio sull’Isolino: quattro sui rami e ventiquattro a terra. Ripeto ancora il conteggio perché è la prima volta che ne vedo così tanti all’Oasi; per poco non superano i Cormorani coi quali ne condividono i pochi metri quadrati e i suoi alberi. Certo, una decina di anni fa di neri Cormorani ne contavo fino a trecento e non avevano rivali. Poco prima del tramonto, come tutte le sere, le cinque quasi candide Oche del campidoglio, in colonna, lasciano il lungolago e approdano all’Isolino; poi ritornano in acqua, lo aggirano per metà e sbarcano di nuovo usando la scaletta in pietra. Appena guadagnano goffamente il primo scalino, il vicinissimo Airone cenerino pare spaventarsi e si alza in volo innescando così il decollo di quasi tutti gli altri. Lo stormo si dirige verso sud e poi si divide, alcuni paiono voler ritornare ma poi scelgono o il canneto o gli alti pioppi della terraferma. Ora l’Isolino resta in “bianco e nero”.
|