Dopo un buon piatto di pasta alla carbonara un giro all'Oasi, prima che riprenda a piovere, ci stà bene. Il primo incontro è fugace ma sufficiente per riconoscere una femmina di Falco di Palude che poi rivedrò più volte volare sui canneti del bacino di fitodecantazione: è la prima volta che mi capita in autunno. Di solito il Signore dei canneti lo si vede, spesso in coppia, per quasi tutta la primavera e poi sparisce; oggi è forse di passo per il ritorno in Africa e si concede una breve sosta all'Autogrill dell'Oasi. Un tiepido barlume di sole richiama ancora qualche Tartaruga dalle orecchie rosse sui tronchi galleggianti mentre le sassaie, scoperte dal basso livello del Lago, accolgono sempre più Cormorani. Poco più avanti è un Lodolaio a sfrecciare a caccia di insetti, caccia che nel giro di una ventina di minuti, condivide con altri tre, forse quattro, esemplari. Uno mi passa talmente vicino da poter distinguere, col binocolo, che la preda tenuta tra gli artigli è una libellula. Mentre li osservo, in lontananza, altre due sagome di rapaci (dalla sagoma probabilmente Sparvieri) tracciano il cielo grigio che comincia a rilasciare qualche goccia. Tornando verso casa, in bici come al solito, sulle ex vasche della Magnesia, un Picchio Verde mi taglia la strada: speriamo sia di buon auspicio per poterlo aggiungere alle "prede fotografiche".
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